Rotters Club (Excellent Review in Italy) : Dharmawan, Dwiki – Pasar klewar
Nuovo disco per Dwiki Dharmawan, che per l’occasione fa le cose in grande stile, puntando su un doppio cd. Tanta musica, quindi, per questo appuntamento che rischia di essere imperdibile per chi ama il jazz-rock e la scuola di Canterbury. Il pianista indonesiano si è contornato di musicisti straordinari; ad accompagnarlo, tra i tanti, segnaliamo i chitarristi Mark Wingfield e Nicolas Meier, che abbiamo imparato a conoscere grazie all’attività della Moonjune Records, importanti jazzisti del calibro di Glad Atzmon, Yaron Stavi e Asaf Sirkis (questi ultimi due formano l’ossatura ritmica del disco), il cantante Boris Savoldelli, apprezzato per la sua voglia di sperimentare. Molto importante anche la presenza in un paio di brani di una vera e propria orchestra di gamelan, strumento tipico della scena indonesiana.
Siamo al cospetto di un altro lavoro d’alltissimo tasso qualitativo, incentrato, come accennato, su un jazz-rock fantasioso, di base pianistico e dall’orientamento fusion, ma pronto ad indirizzarsi, di volta in volta, verso territori canterburiani, verso sapori orientali, verso una piena libertà di espressione che va al di là dei generi.
La title-track è subito un biglietto di presentazione di notevolissimo livello: è il piano ad aprire e a indicare la direzione, integrato in breve dalla chitarra (di Mark Wingfield) e dal violino, puntando su una fusion elegantissima, che si prolunga per oltre dodici minuti, nei quali Dwiki può prodursi in solos straordinari. Non manca, verso metà del brano, una pausa per tuffarsi in Indonesia con l’utilizzo di strumenti tipici di quel paese. Il mood dell’album è praticamente delineato e i musicisti coinvolti assecondano alla perfezione le idee di base. Ci possono essere variazioni di colore e di timbri, quando entrano in gioco i fiati, o quando si punta maggiormente sul sound acustico, o quando alla base viene messa la tradizione indonesiana, ma la compattezza di base resta invariata ed è un grande pregio. L’album, infatti, scorre via benissimo e si lascia ascoltare e riascoltare con immutate sensazioni piacevoli.
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